Castiglione del Terziere, in provincia di Massa-Carrara, è un borgo dalle origini antichissime: sembra che le prime tracce di insediamenti nella zona risalgano al VI o al VII secolo dopo Cristo.
Allora era probabilmente sede di fortificazioni bizantine che difendevano l’antica città di Luni.
A partire dal 1202, la sua storia si intreccia a quella di una potente dinastia che ha dominato a lungo questi territori: i Malaspina.
A loro venne infatti ceduto dai signori locali, i Corbellari, il feudo della zona che comprendeva il castello. Il paese prese la denominazione “del Terziere” proprio con i Malaspina, nel 1275: rappresentava infatti la terza parte dell’eredità ricevuta dal marchese Alberto di Filattiera. Sotto il dominio malaspiniano il castello del Terziere venne sviluppato da struttura esclusivamente militare ad edificio completo di un’area residenziale.
Altri poteri si avvicendarono in questi luoghi: da quello di Castruccio Castracani, condottiero e duca di Lucca, al Capitanato di Giustizia fiorentino del 1451.
Un nuovo destino per il castello negli anni ‘70
L’eco del Medioevo, la sua atmosfera ricca di inquietudine e di fascino è tutt’ora percettibile passeggiando per le vie del borgo, contraddistinto da una particolarità.
Da più di trent’anni il paese custodisce un vero e proprio archivio della memoria storica della Lunigiana, situato nel castello.
L’antica fortificazione, infatti, venne acquistata e restaurata all’inizio degli anni ‘70 da Loris Jacopo Bononi, medico, scrittore e poeta lunigianese, che diede vita a un importante progetto.
Trasformò infatti il castello in un centro culturale con migliaia di libri, documenti storici e opere d’arte, da aprire al pubblico per permettere un contatto diretto, democratico con l’eco del passato.
Un disegno utopistico, destinato a dissolversi? Al contrario.
Il castello oggi: un’oasi di cultura
L’antica fortezza vanta oggi una biblioteca con prime edizioni o edizioni particolari di opere storiche della letteratura italiana, come “I promessi sposi” e le lettere di Leopardi e gli incunaboli di Jacopo da Fivizzano, tipografo del ‘400. Senza contare le produzioni di autori lunigianesi che rappresentano il fulcro dell’istituzione.
Ospita inoltre il Centro di Studi Umanistici Niccolò V, meta di esperti e studenti italiani e stranieri, nonché la Libera Cattedra di Filologia e Polifonia Vocale.
Il ricchissimo patrimonio culturale, notificato allo Stato, può essere ammirato visitando il castello: anche oggi, nonostante la scomparsa del prof. Bononi nel 2012, questo centro fuori dal comune è attivo. Lo dirige la compagna dell’intellettuale, Raffaella Paoletti: l’ultima residente fissa di questo piccolo borgo.
Già negli anni ‘50, infatti, Castiglion del Terziere iniziò a spopolarsi quando molti abitanti si spostarono verso zone più urbanizzate. Le ultime abitazioni in uso, ormai, sono le case acquistate dai turisti per le vacanze.
Quando anche queste si svuotano, tra le vie del paese cala una quiete surreale.
Una solitudine che non spaventa la signora Paoletti, che si sente custode ed erede non solo del castello ma anche dell’importante realtà culturale che esso custodisce.
È solita appendere fogli con poesie tra le strade silenziose, come era abitudine del professore. In suo onore ha costituito un comitato, “Omnia Vanitas”, per proseguire l’importante lavoro di custodia e divulgazione di una memoria storica importantissima. Il prossimo obiettivo? La costituzione di una vera e propria fondazione.